VOCAZIONE TURISTICA ED AGROALIMENTARE OPPURE OTTURAZIONI STAGNANTI

Questo il dilemma a Taranto sviluppo vocazione turistica o testarde posizioni industriali? Ci sono diverse misure e proposte che andremo ad esporre e cercare di studiare in questo periodo.
Che la vocazione turistica ed agroalimentare potrebbe contribuire o ridurre la dipendenza dall’industria é una certezza, é complicato svilupparla nel breve periodo, ma un buon cammino inizia dai primi passi.
Finalmente c’e’ la presa di coscienza in merito al turismo diventato la 1° industria italiana con pil del 13%, lo si apprende da Il Sole 24 Ore. E’ una grande fonte economica dove le professionalità vanno organizzate, per questo si investirà anche in formazione inerente il settore, sappiamo tutti che un domani potrà divenire un volano importante per l’economia anche della Provincia di Taranto ma attualmente non basterebbe, quindi diversi saranno i settori economici e produttivi che serviranno per ridistribuire le economie.
Il Ministero del turismo sostiene che il contributo complessivo che il turismo apporta all’economia nazionale è ben più alto della quota PIL che viene assegnata dalle statistiche.
Taranto è una città con tutta la provincia che ha una grande valenza turistica culturale e naturalistica. Le potenzialità nel Settore Primario sono notevoli ma bisogna abbinare diversi anche di altri settori in merito all’economia di sviluppo veloci per un territorio che ha bisogno e diritto subito di diversificare gli introiti economici, sviluppando anche le alternative all’industria come indicate anche dalla comunità europea in merito allo sviluppo sostenibile.
Siamo consapevoli che anche se riuscissimo a recuperare il recuperabile dei territori questo non basterebbe nell’immediato e dovremmo affiancare altro nelle progettualità.

Proprio a Taranto ci sono stati e ci sono ancora i terreni tra i più fertili della Puglia, oggi purtroppo inquinati dall’industria pesante ed impoveriti da una agricoltura basata su concimi di sintesi e prodotti chimici impiegati per il diserbo e la lotta alle malattie delle piante. Queste sostanze uccidono la vita del suolo rendendolo progressivamente sterile e soggetto all’erosione; la mancanza di sostanza organica poi riduce drasticamente la capacità del terreno di trattenere l’acqua, per cui le coltivazioni richiedono un costante ulteriore apporto idrico. Pertanto parte dei suoli agricoli del nostro territorio, dopo oltre 2500 anni di coltivazioni, hanno perso gran parte della loro fertilità, non dovrebbero essere messi a riposo come sottolinea il Dott. for. Vito Crisanti, già responsabile del WWF ed attuale presidente dell’A.N.T.A. (Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente).

Sappiamo che per parlare di storia e beni culturali ed archeologici del nostro territorio, occorre almeno una settimana di permanenza a Taranto per solo iniziare ad introdursi nella conoscenza del nostro patrimonio. Per questo chiederemo a qualche tour operator di cercare di aumentare la permanenza a Taranto.
Il momento più luminoso della Città di Taranto è senza dubbio riconducibile al periodo Ellenico, della Magna Grecia; gli Spartani, un popolo guerriero che una volta stabilitisi a Taranto si sono trasformati progressivamente in abili pescatori, agricoltori e artigiani divenendo capaci imprenditori che hanno commercializzato gli ottimi prodotti del territorio in tutto il Mediterraneo e nel mondo.
Pertanto oggi dobbiamo ripartire dalla ricchezza locale, valorizzando le produzioni ed imparando a ben commercializzarle, se desideriamo un futuro migliore; facciamo in modo che la nostra non sia più considerata la Città del sacrificio, come é stato dichiarato anche dall’Onu. La città comunque vuole cambiare, lasciarsi alle spalle la monocoltura dell’acciaio (…..abbiamo dato per 60 anni…) ed intende aprirsi verso una nuova economia rispettosa dell’ambiente e che valorizzi le nostre radici. La bellezza salvera’ il mondo, diceva Dostoevskij.

A Taranto la Natura è particolarmente generosa e sul Secondo Seno del Mar Piccolo ha dato vita ad una colonia di Aironi; sempre nel Mar Piccolo vi sono inoltre i cavallucci marini (ben 4 specie), Tartarughe Caretta, la Pinna nobilis ed in Mar Grande un’ incredibile nursery di Delfini.
Per proteggere l’Ambiente ma anche per creare un nuovo modello di sviluppo economico, alternativo alla industrializzazione, sostenibile e rispettoso è stata proposta alla Regione Puglia (per iniziativa del dott. Vito Crisanti) l’ istituzione del Parco Regionale Naturale del Mar Piccolo, avvenuta poi il 21 settembre del 2020 con L.R. 30/2020.
Riguardo al turismo, che possiamo definire delle “radici”, occorrerà prepararsi per accogliere in modo adeguato l’ondata turistica non tanto delle crociere (un turismo mordi e fuggi) quanto quello del giubileo 2025, dei cammini e dei giochi del mediterraneo 2026.
In Puglia per simili motivi sono state chiuse numerose stalle ed a Taranto si ricorda ancora il dramma vissuto dalla Masseria Carmine della Famiglia Fornaro quando lo Stato mostrò il suo lato peggiore allorchè sequestrò senza preavviso e fece macellare gli oltre 400 ovini dell’azienda perché contaminati da diossina.
L’impiego delle piante erbacee a ciclo annuale (es. la canapa) risulta più semplice e meno vincolante, proprio come ha iniziato a fare 3 anni fa la Famiglia Fornaro.
Il terreno non dovrebbe può essere reso sterile con l’indebolimento delle difese organiche, le difese immunitarie ad esempio degli uomini spesso sono compromesse dall’ambiente, le piante in quanto esseri viventi ne risentono e hanno l’ indebolimento delle loro di difese che insistono nelle radici.

Diverse piante possono e sono in grado di assorbire e/o metabolizzare a seguito trasformando le sostanze dei terreni, facendoli diventare meno dannose e innocue. Il processo é lungo bisogna quanto prima iniziare, gli spunti sono tanti per fare in modo che il nostro ambiente sia messo in condizione di poter realizzare un processo di detossificazione. Sappiamo che non bastano solo i processi di detossificazione ma bisognerebbe subito nelle progettualità programmare attività alternetive da sviluppare contemporaneamente per dare lavoro immediato.

Il pianeta è sempre più in sofferenza. Sappiamo che si dovrebbero limitare le emissioni, proteggere gli alberi in vita e piantarne di nuovi. Solo così potremmo far assorbire sempre più CO2 e immettere ossigeno, regolando in modo naturale temperatura ed umidità cercando di rallentare il più possibile il riscaldamento globale.
Per trovare soluzioni ed individuare fondi evidenziamo un evento informativo del 27/01/2023 dell’ Europarlamentare Rosa D’Amato a Taranto, inerente il nuovo fondo Europeo JTF che prevede investimenti per 800 mln di euro sul territorio tarantino con i quali fondi si potrebbero proprio finanziare in parte quello che serve in questo momento…

Questi che abbiamo fatto sono solo esempi di buone pratiche, ma in generale visto che i fondi ci sono, si dovrebbe subito inserire, abbinare e paensare ad altri progetti ed altre economie, che possano rendere i progetti dei tarantini appetibili e di gradimento alla comunità europea, attenendoci ai paramenti concessi, per attingere a questi fondi, per ridistribuire la ricchezza ai cittadini in gravi sofferenze attuali e prossime.
Non dobbiamo più combattere contro i mulini a vento ma creare progettualità e soluzioni.
Il nostro auspicio é che con progetti e fondi si possa dare una seria sterzata alla macchina di sviluppo Tarantino, che con progetti e fondi si possa dare una seria sterzata alla macchina di sviluppo Tarantino. Parlando di prevenzione per il futuro e per evitare l’insorgere del cancro, bisognerebbe impedire il più possibile l’esposizione alle sostanze che lo provocano, per migliorare la qualità della vita e lo sviluppo sostenibile si potrebbe pensare anche ad un centro di ricerca inerente le terapie integrate a quelle già esistenti in campo oncologico.

Si ringraziano il Dott. for. Crisanti, Il Dott. Rapetti, il Dott. Lincesso e Pieraldo Patano con le dirette di SOSpodCast
ph Mino Lo Re


Questo il video integrale del 27-01-2024 con la Parlamentare Rosa D’Amato


Qui solo l’intervento di Rosa D’Amato

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